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La guerra d'Angola con il suo sanguinoso epilogo coloniale è un tema ricorrente nell'opera narrativa di Antonio Lobo Antunes. Ne forma la colonna vertebrale e torna ossessivamente nei monologhi interiori di alcuni dei suoi memorabili personaggi. L'origine di tale ossessione - è risaputo - è da rintracciare nella biografia di Lobo Antunes, che fra il 1971 e il 1973 prestò servizio militare in Angola. L'esperienza fu doppiamente traumatica: il futuro scrittore lasciava in Portogallo la giovane moglie Maria José incinta. Lettere dalla guerra è l'epistolario che registra tale esperienza e che le figlie dell'autore hanno avuto l'autorizzazione a pubblicare alla morte della madre. E il resoconto spontaneo e quotidiano in centinaia di aerogrammi di un inedito Lobo Antunes alla donna adorata. Sullo sfondo degli eventi bellici, del disagio e talvolta della noia dell'isolamento, in una terra perlopiù inospitale sebbene non priva di commoventi sorprese dal punto di vista umano, si legge il dramma di un giovane innamorato la cui vita è scandita dall'arrivo delle lettere, ma anche l'inquietudine dello scrittore che muove i primi passi in direzione di quella che sarebbe divenuta la sua occupazione principale. La letteratura sembra ossessionarlo al pari del distacco dagli affetti e degli orrori della guerra e diviene giorno dopo giorno un alimento insostituibile.